La separazione personale dei coniugi segna la fine della vita coniugale, pur mantenendo il vincolo del matrimonio. Questo passaggio può avvenire attraverso diverse procedure, che variano in base al livello di accordo tra i coniugi e alle specifiche esigenze di ciascuno.
Con l’entrata in vigore della Riforma Cartabia, alcune modalità sono state modificate per rendere il processo più snello e coerente con il nuovo assetto del diritto di famiglia.
Separazione consensuale: l’accordo tra i coniugi
Quando i coniugi trovano un’intesa sulle condizioni della separazione – regolando diversi aspetti come l’affidamento dei figli, l’assegnazione della casa familiare e l’eventuale mantenimento – possono ricorrere alla separazione consensuale.
Le opzioni a disposizione sono essenzialmente due, a cui se ne aggiunge una terza utilizzabile soltanto a determinate condizioni:
• Separazione consensuale con ricorso in tribunale:
I coniugi, assistiti da un avvocato (anche unico, se non vi sono conflitti di interesse), presentano un ricorso congiunto al tribunale competente. Dopo l’udienza di comparizione davanti al giudice, che verifica la volontà delle parti e l’equità dell’accordo, viene emessa una sentenza di separazione (e non più un decreto di omologazione, come avveniva prima della Riforma Cartabia).
• Separazione tramite negoziazione assistita:
In alternativa, la separazione può essere formalizzata mediante una convenzione di negoziazione assistita, un accordo sottoscritto con l’assistenza obbligatoria di almeno un avvocato per parte. Se non vi sono figli minori, portatori di handicap grave o economicamente non autosufficienti, la convenzione viene semplicemente trasmessa all’ufficiale di stato civile. Se invece sono presenti figli in condizioni di tutela, l’accordo deve essere sottoposto al vaglio del Pubblico Ministero, che può approvarlo o, in caso di criticità, trasmetterlo al tribunale per la verifica.
• Separazione davanti all’Ufficiale di Stato Civile:
In assenza di figli minori, incapaci, con handicap grave o economicamente non autosufficienti, i coniugi possono separarsi in modo semplificato rendendo una dichiarazione congiunta davanti all’Ufficiale di Stato Civile del Comune di residenza di uno dei due o del Comune in cui è stato celebrato il matrimonio (art. 12 D.L. 132/2014, convertito in L. 162/2014). Questa procedura, che non richiede l’assistenza di avvocati, è possibile solo se l’accordo non contiene patti di trasferimento patrimoniale. Dopo la prima dichiarazione, i coniugi devono confermare l’accordo dopo 30 giorni, pena l’inefficacia della separazione.
Queste procedure, oltre a essere più rapide rispetto alla separazione giudiziale, permettono di ridurre il carico emotivo della separazione, evitando il confronto in un’aula di tribunale.
Separazione giudiziale: quando manca l’accordo
Se i coniugi non riescono a raggiungere un’intesa, è necessario ricorrere alla separazione giudiziale, che comporta un vero e proprio contenzioso davanti al Giudice.
Il procedimento ha inizio con un ricorso presentato da uno dei coniugi, al quale segue l’udienza di comparizione, durante la quale il giudice può adottare provvedimenti provvisori relativi ai figli, al mantenimento e all’uso della casa coniugale.
La separazione giudiziale permette di richiedere l’addebito della separazione, qualora si dimostri in maniera rigorosa che la crisi coniugale sia stata causata dalla violazione grave dei doveri matrimoniali da parte di uno dei coniugi (ad esempio, per infedeltà, abbandono del tetto coniugale senza giusta causa o violenza domestica).
Questa procedura è generalmente più lunga e complessa rispetto a quella consensuale, poiché prevede l’acquisizione di prove, l’eventuale ascolto di testimoni e, in alcuni casi, consulenze tecniche d’ufficio (ad esempio, per valutare l’idoneità genitoriale o il valore dei beni o altri aspetti contestati giuridicamente rilevanti ai fini della decisione). Anche questo procedimento si conclude con una sentenza.
Separarsi: una scelta giuridica e personale
Indipendentemente dal percorso che si decida di intraprendere, la separazione non è solo un atto giuridico, ma un momento di profondo cambiamento personale e familiare. La legge offre strumenti per affrontarlo in modo equo, garantendo la tutela dei diritti di entrambi i coniugi e, soprattutto, dei figli coinvolti.
Affrontare una separazione con il giusto supporto legale significa non solo proteggere i propri interessi, ma anche impostare una base solida per il futuro.